Il magistero di Benedetto XVI
La vita dei sacerdoti oggi

BENEDETTO XVI

Al clero della diocesi
Cattedrale di Brindisi, 15 giugno 2008
 

Cari fratelli,
nel vedervi raccolti in questa Chiesa, nella quale molti di voi hanno ricevuto l’ordinazione diaconale e sacerdotale, mi tornano alla mente le parole che sant’Ignazio di Antiochia scriveva ai cristiani di Efeso: “Il vostro venerabile collegio dei presbiteri, degno di Dio, è così armonicamente unito al Vescovo, come le corde alla cetra. In tal modo, nell’accordo dei vostri sentimenti e nella perfetta armonia del vostro amore fraterno, s’innalzi un concerto di lodi a Gesù Cristo”. Ed il santo Vescovo aggiungeva: “Ciascuno di voi si studi di far coro. Nell’armonia della concordia e all’unisono con il tono di Dio per mezzo di Gesù Cristo, ad una voce inneggiate al Padre, ed egli vi ascolterà” (Lettera agli Efesini, 4). Perseverate, cari presbiteri, nella ricerca di tale unità di intenti e di aiuto reciproco, affinché la carità fraterna e l’unità nel lavoro pastorale siano di esempio e di stimolo per le vostre comunità….

Con l’odierna mia presenza vorrei incoraggiarvi a porvi con sempre crescente disponibilità a servizio del Vangelo e della Chiesa. So che già lavorate con zelo e intelligenza, senza risparmio di energie, allo scopo di propagare il lieto annuncio evangelico. Cristo, al quale avete consacrato la vita, è con voi! In Lui noi tutti crediamo, a Lui solo affidiamo la nostra vita, Lui vogliamo annunciare al mondo. Cristo, che è la Via , la Verità e la Vita (cfr Gv 14,6), sia il tema del nostro pensare, l’argomento del nostro parlare, il motivo del nostro vivere.

Cari fratelli sacerdoti, perché la vostra sia una fede forte e vigorosa occorre, come ben sapete, alimentarla con un’assidua preghiera. Siate pertanto modelli di preghiera, diventate maestri di preghiera. Le vostre giornate siano scandite dai tempi dell’orazione, durante i quali, sul modello di Gesù, vi intrattenete in un colloquio rigenerante con il Padre.

So che non è facile mantenersi fedeli a questi quotidiani appuntamenti con il Signore, soprattutto oggi che il ritmo della vita si è fatto frenetico e le occupazioni assorbono in misura sempre maggiore. Dobbiamo tuttavia convincerci: il momento della preghiera è il più importante nella vita del sacerdote, quello in cui agisce con più efficacia la grazia divina, dando fecondità al suo ministero. Pregare è il primo servizio da rendere alla comunità. E perciò i momenti di preghiera devono avere nella nostra vita una vera priorità.

So che tante cose ci premono: per quanto mi riguarda, un’udienza, una documentazione da studiare, un incontro o altro ancora. Ma se non siano interiormente in comunione con Dio non possiamo dare niente neppure agli altri. Perciò Dio è la prima priorità. Dobbiamo sempre riservare il tempo necessario per essere in comunione di preghiera con nostro Signore….

Vi assista la Madonna, Madre della Chiesa e Vergine dell’ascolto; vi proteggano i Santi Patroni di questa amata terra di Puglia. Siate missionari dell’amore di Dio; ogni vostra parrocchia sperimenti la gioia di appartenere a Cristo. Come pegno della grazia divina e dei doni del suo Spirito, imparto volentieri a tutti voi la Benedizione Apostolica. 

                                                



Commento

di  Vittorio MASIELLO


La grazia del ministero sacerdotale ha largamente inondata, nel corso del tempo, la nostra terra di Brindisi. Molti dei suoi figli, infatti, hanno consacrato a Dio la loro esistenza scegliendo la vita sacerdotale al servizio del messaggio cristiano. Lo ricorda anche Benedetto XVI nel discorso tenuto in occasione dell’incontro con il clero brindisino il 15 giugno del 2008 e che qui è stato riportato. Il dono del sacerdozio, istituito da Cristo nel giorno dell’ultima Cena, ha concesso all’umanità una guida divina, come dimostra etimologicamente la stessa parola.Tale dono, è un atto d'amore di Dio, che ha chiesto la collaborazione dell'uomo per realizzare il suo piano di salvezza. Attraverso i suoi ministri, Dio promette di non lasciare mai il suo popolo senza una guida perenne e sicura. Lo stesso profeta Geremia scrive: "Vi darò pastori secondo il mio cuore i quali vi faranno pascolare con scienza e intelligenza" (Ger 3, 15).Il Buon Pastore affida ai suoi discepoli un compito altissimo: di istruire le genti per condurli alla salvezza eterna. "Andate dunque e ammaestrate tutte le genti” (Mt 28, 19).
La vocazione sacerdotale costituisce certamente un grande bene per colui che ne è il primo destinatario, ma è anche una concessione per l'intera Chiesa, un bene per la sua vita e per la sua missione.“Poiché ogni sacerdote, preso tra gli uomini, è incaricato per gli uomini delle cose che si riferiscono a Dio....” (Ebrei 5:1).
L’ordinazione sacerdotale sacramentale è uno sviluppo della compartecipazione già conferita col battesimo. Benché il sacerdozio ministeriale aggiunga una nuova funzione ai poteri ricevuti col sacramento battesimale, allo stesso tempo gli è intrinsecamente legato.
Cristo infatti, concede a tutti i battezzati la possibilità di essere consacrati al sacerdozio e farsi servitore oltre che messaggeri, della sua parola.
Benedetto XVI parla dell’importanza dell’unione tra i sacerdoti ricordando le parole di Sant’Ignazio di Antiochia ed esorta l’aiuto reciproco affinché il loro esempio guidi le comunità dei credenti.
Da sempre la figura del sacerdote è stata per i cristiani punto di riferimento e guida morale oltre che spirituale. Un esempio ineludibile senza la quale, la via della fede diviene più tortuosa e difficile da percorrere; soprattutto in una realtà come quella presente, che spesso porta l’individuo ad allontanarsi dai veri valori per rincorrere lidi in apparenza più proficui e di facili raggiungimento.
Il Pontefice esorta i sacerdoti a trovare la forza per adempiere al loro compito nella preghiera.Solo attraverso essa si può ottenere infatti, quel “colloquio rigenerante” con Dio e sperimentare con più efficacia la grazia celeste.Pregando, il sacerdote rimane in costante contatto con la sapienza divina.La preghiera per un cristiano è una questione vitale, la strada per la salvezza eterna.Il sacerdote non solo deve affidarsi alla preghiera, ma di essa diventare un modello. Pregare vuol dire rendere testimonianza oltre che offrire un servizio; per questo non può non essere una priorità.Cristo stesso è testimone di tutto questo, quando nell’orto degli Ulivi esorta i discepoli a pregare con lui prima di affrontare la sua Passione. «Egli negli ultimi giorni della sua vita terrena offre preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo dalla morte».Ma Cristo non si sottrae al volere del Padre e per primo esercita il suo sacerdozio pregando e offrendo se stesso sul Calvario.I vangeli riportano molti momenti in cui Gesù si rivolge a Dio con orazioni o per ringraziarlo o per chiedere sostegno. Il Figlio così facendo, rende conto al Padre della sua missione terrena. «Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno tutte le cose che mi hai dato, vengono da te». E poi continua: «Io prego per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi...».I cristiani non hanno bisogno di interpretare un messaggio, hanno la possibilità di seguire un esempio; quello che gli deriva direttamente da Cristo.
Egli attraverso le sue parole ed i suoi gesti ha indicato la via della salvezza per tutti gli uomini, lasciandoci la promessa della sua perenne presenza: “sono con voi tutti i giorni, fino la fine del mondo” (Mt. 28-20).

                                                                                     
Data: 30/05/2009
Fonte:
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