Storia della Basilica

 
Si tramanda che un  gruppo di sanvitesi abbia partecipato alla storica battaglia di Lepanto il 7 ottobre 1571. Tornati incolumi,  legarono  la storia della nostra Chiesa Madre a ciò che era avvenuto a Lepanto. Il loro ritorno, infatti,  diede una spinta propulsiva alla costruzione della nuova chiesa che stava sorgendo e che, all’epoca, era  ferma  poco sopra le fondamenta.

Nel 1595, terminata l’attuale parte absidale  ed il transetto, il nuovo Tempio fu aperto al culto. Nel primo ventennio del 1600 la chiesa fu completata e intitolata a Santa Maria della Vittoria, in ricordo dell’evento di Lepanto.

Nella seconda metà del 1700 fu costruita l’attuale facciata e furono eseguiti ampi lavori di rifacimento interno. Al termine di tali lavori, il 30 aprile 1780 mons. Francesco Antonio Scoppa, vescovo di Ostuni, consacrò solennemente la chiesa.

Negli anni 1980-1992 è stata compiuta una serie di lavori di restauro conservativo con il fattivo contributo dei sanvitesi. In seguito la chiesa è stata arricchita di due portoni in bronzo, opera dello scultore Ernesto Lamagna.

Il 26 ottobre 1996 il papa Giovanni Paolo II ha incoronato in Vaticano l’icona della Madre di Dio Nikopeia, qui venerata. Col Breve “Inter sacras”, del 30 dicembre 1998, lo stesso Giovanni Paolo II ha elevato questa chiesa a Basilica pontificia.

Nuovi restauri sono in programma,appena possibile, per la manutenzione straordinaria e la conservazione di questo insigne edificio sacro.

 

 
 

CRONISTORIA DEL 26 OTTOBRE 1996, GIORNO DELLA
INCORONAZIONE DELLA NIKOPEIA
PER MANO DI S. S. GIOVANNI PAOLO II 

La notizia

“Vi do la bella notizia: il Papa concede alla diocesi di Brindisi-Ostuni una “udienza privata” in Vaticano per sabato 26 ottobre 1996” . Con queste parole il nostro arcivescovo S. E. Mons. Settimio Todisco annunciava ai sacerdoti, ai religiosi e a tutti i fedeli un avvenimento che sarebbe stato di grande risonanza nella vita della nostra Chiesa locale. L'accoglienza da parte del Santo Padre Giovanni Paolo II avrebbe avuto luogo proprio all'indomani dell'apertura dell'itinerario giubilare verso il 2000 inauguratosi il 21 ottobre con il convenire nella chiesa Cattedrale di Brindisi dei pellegrini dalle parrocchie della diocesi.

Genesi del pellegrinaggio

Il pellegrinaggio andava prendendo vita già da alcuni mesi nella città di San Vito dei Normanni, che celebrava uno speciale Anno Santo concesso dal Papa in occasione del IV centenario dell'apertura al culto della chiesa madre, edificata dopo la battaglia di Lepanto (1571) e dedicata a Santa Maria della Vittoria in ringraziamento alla Vergine, che aveva ricondotto sani e salvi nella loro terra i combattenti sanvitesi.

L'anno giubilare, inaugurato da monsignor Todisco con l'apertura della porta santa il 6 ottobre 1995, si avviava dopo un anno al suo felice epilogo con l'incoronazione della venerata icona della Madre di Dio Nikopeia per mano di Giovanni Paolo II durante un'udienza che avrebbe concesso ai pellegrini di San Vito, guidati dall'arcivescovo, nell'ottobre 1996.


Una grande tappa nel cammino della diocesi verso il Giubileo del 2000

L'iniziativa sanvitese per volontà dell'arcivescovo veniva ad assumere proporzioni più vaste, diventando “udienza privata” benevolmente concessa dal Santo Padre all'intera diocesi e segnando una tappa molto significativa nel contesto del grande giubileo del 2000 verso il quale la Chiesa di Brindisi-Ostuni si era già incamminata.

L'incontro con il Santo Padre diveniva inoltre “devoto omaggio” per i suoi 50 anni di sacerdozio e per la ritrovata salute, unito – secondo le parole dell'arcivescovo – “alla filiale preghiera perché egli venga pellegrino apostolico tra noi nella nostra terra.

Intorno all'altare della Cattedra

Alle primi luci dell'alba di sabato 26 ottobre i seimila pellegrini, partiti dai diversi paesi, invadendo pacificamente piazza San Pietro disponendosi nella Basilica vaticana intorno all'altare della Cattedra, come una grande famiglia raccolta nella casa paterna, per la celebrazione dell'Eucaristia.

Mons. Todisco all'omelia manifestava al Santo Padre la gratitudine per il dono dell'accoglienza nella sua casa e rinnova la professione di fede dell'intera diocesi presso la tomba dell'apostolo Pietro perché “rinvigorita nella fede e nella testimonianza” potesse divenire “portatrice del dono della Carità dentro la storia e tra la gente”.

L'abbraccio del Papa in piazza San Pietro

Superata l'iniziale delusione per la mancata udienza, di cui ben comprensibili erano le ragioni (il Papa quel giorno non stava bene) i pellegrini si ritrovano insieme nell'ampio abbraccio del colonnato del Bernini illuminato da uno splendido sole autunnale, facendo corona all'icona della Vergine, che era stata incoronata dal Papa privatamente in mattinata nella sua Cappella personale all'interno del Palazzo Apostolico.

Alle 11,30 il Papa si affacciava alla finestra salutato con il canto del Christus vincit ed il festoso sventolio dei foulards giallo-oro che i pellegrini portavano come segno di riconoscimento. Giovanni Paolo II rivolgeva a tutti il suo pensiero affettuoso, accogliendo il pellegrinaggio quale “testimonianza di gratitudine verso il vicario di Cristo”, affidando ciascuno alla Vergine Santa, chiedondoLe di assistere sempre e di benedire l'impegno apostolico e missionario della diocesi. Al canto del Padre nostro faceva seguito la benedizione apostolica.

Con il grazie e l'arrivederci del Papa si concludeva l'incontro e i pellegrini riprendevano la via del ritorno. Nella tarda serata a San Vito una numerosa folla con le fiaccole accese andava incontro alla Nikopeia per farle corteo fino alla chiesa madre.

L'augurio del Papa all'arcivescovo e alla diocesi

Il giorno precedente l'incontro con il Papa Mons. Todisco aveva fatto pervenire al Santo Padre una lettera di augurio e di devoto omaggio accompagnata dal generosissimo obolo che l'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni Gli consegnacìva “per la sua carità nel mondo”.

In data 26 novembre faceva eco la risposta grata di Mons. Gianbattista Re, Sostituto della Segreteria di Stato del Vaticano, inviando a nome di Giovanni Paolo II una rinnovata benedizione apostolica “con l'augurio cordiale di una costante fedeltà ai valori evangelici per un comune progresso nella giustizia, nella fraternità e nella pace”.
 
Suor Auxilia Cassano o.s.b.
 
 
DAL DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ai pellegrini di Brindisi- Ostuni il 26 ottobre 1996

Saluto con affetto il folto gruppo di pellegrini della Diocesi di Brindisi- Ostuni, qui convenuti con il loro Pastore, l'Arcivescovo Mons. Settimio Todisco, a conclusione dell'Anno Giubilare, che commemora il quarto centenario della Chiesa di Santa Maria della Vittoria, in San Vito dei Normanni…

Carissimi Fratelli e Sorelle di Brindisi- Ostuni!
Il recente Anno Giubilare, celebrato nella vostra Chiesa locale in ricordo del quarto centenario dell'inaugurazione della Chiesa di S. Maria della Vittoria, vi ha spinti a testimoniare gratitudine al Vicario di Cristo con un così numeroso pellegrinaggio. Grazie per la vostra presenza!

Voi siete venuti, altresì, a chiedere che, a conclusione del fausto evento, io incoroni l'Immagine della Madre di Dio, venerata con il titolo di "Nikopeia", Generatrice di vittoria.Ben volentieri ho compiuto questo gesto di devozione e di amore verso la Vergine Santa, che offre il divin Figlio come scudo invincibile contro i nemici. A Lei affido ciascuno di voi, chiedendoLe di assistervi sempre e di benedire il vostro impegno apostolico e missionario.

La vostra Diocesi, che ha dato alla Chiesa numerose vocazioni sacerdotali e religiose, tra cui il Vescovo Mon. Francesco Gioia, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale dei Migranti e gli Itineranti, possa continuare a rispondere generosamente al Signore, per combattere sotto la guida della Nikopeia la buona battaglia del Vangelo.
 
"L'Osservatore romano", 27 ottobre 1996


 
BOLLA
dell'incoronazione della Nikopeia
( l'originale è arrotolata nella teca che custodisce l'Icona, insieme all'altra Bolla di Giovanni Paolo II, quella dell'elevazione a basilica pontificia della nostra chiesa ).
 

 
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